AMBIENTAMENTO al nido e alla scuola dell’infanzia
«Che cosa vuol dire “addomesticare”?» «”E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami“….» «Che bisogna fare?» domandò il piccolo principe. «Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe. «In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…» Il piccolo principe ritornò l’indomani. «Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora», disse la volpe. «Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti».
tratto da Il Piccolo Principe, Antoine de Saint-Exupery
AMBIENTAMENTO VS INSERIMENTO
Da qualche anno abbiamo assistito ad una variazione relativamente al termine che caratterizza l’entrata al nido e/o alla Scuola dell’infanzia delle/dei bambine/i, passando dalla parola “inserimento” alla parola “ambientamento”.
Il concetto di bambino competente, ha condotto ad un’evoluzione terminologica che ha visto la sostituzione del termine inserimento con quello di ambientamento.
Inserimento richiama, infatti, l’idea di includere/immettere un elemento nuovo in un insieme già completo/compiuto, all’interno di un’organizzazione che tiene, prevalentemente, conto del ruolo dell’educatore per favorire l’entrata al nido del bambino, come se fosse qualcosa di meccanico, come se non venisse presa/o in considerazione la/il bambina/o e la sua famiglia in tutti i loro stati emotivi e l’aspetto della gradualità del percorso di adattamento reciproco, che è esattamente ciò che invece sottolinea il termine “ambientamento”.
Ambientamento, invece, introduce il concetto di accoglienza e tiene conto della complessità, della gradualità e degli stati emotivi, nella quale tutti gli attori entrano in relazione, aggiustandosi vicendevolmente, in un tempo e in uno spazio da costruire su bisogni differenti. Si crea un legame, tra la/il bambina/o e l’educatrice e tra l’educatrice e il genitore.
Ma c’è di più. Si passa dal concetto di delega a quello di condivisione e collaborazione. Inizia con i genitori un percorso di co-educazione del bambino.
CHI SONO I PROTAGONISTI
Come sappiamo, l’ambientamento è un momento molto delicato tanto per le/i piccole/i che entrano al Nido, quanto per i loro genitori. E’ la famiglia che viene accolta, non solo la/il bambina/o.
Anche il genitore, infatti, vive forti emozioni, poiché, se da un lato è chiamato a sostenere e accompagnare la/il figlia/o nel percorso di ambientamento/scoperta nel/del nuovo sistema, dall’altro, si trova a dover affrontare e gestire i propri vissuti di genitore e le domande, i dubbi, le perplessità ed i sensi di colpa che possono rendere più difficile la relazione con il servizio. Si tratta di ansie comprensibili, ma che rischiano di ripercuotersi sulle emozioni della/del propria/o figlia/o e di cui, pertanto, bisogna tenere conto. Un evento molto delicato nel quale l’educatrice è chiamata a mettere in campo competenze relazionali per accogliere le/il bambina/o e i loro genitori.
Si creerà una triade (mamma-bambina/o-educatrice) caratterizzata da una relazione di fiducia.
COSA RAPPRESENTA PER IL BAMBINO
Per il bambino rappresenta un momento in cui entra a far parte di un ambiente sociale nuovo, diverso da quello familiare vissuto fino ad ora. Significa entrare in relazione, ovvero COSTRUIRE UN LEGAME (vedi Il Piccolo Principe) con altri adulti che si prenderanno cura di lei/lui e con coetanei. Significa sperimentare e conoscere spazi e oggetti differenti da quelli conosciuti fino ad ora.
E’ un’esperienza EMOTIVAMENTE CONTRASTANTE: c’è il desiderio di incontro, il piacere, il divertimento, la curiosità, l’interesse verso persone, oggetti e spazi nuovi, c’è l’eccitazione per il nuovo che nel rovescio della sua medaglia presenta la paura per il nuovo, la frustrazione che nasce dal distacco, la tristezza, la rabbia.
TUTTE EMOZIONI FISIOLOGICHE, che è importante ASCOLTARE e LEGITTIMARE
COME POTREBBE REAGIRE LA BAMBINA/IL BAMBINO
La bambina/il bambino potrebbe mostrare reazioni differenti anche in base all’età e quindi alle capacità cognitive e/o linguistiche possedute.
Alcune delle reazioni potrebbero essere: il pianto, battere i piedi, variazioni sul sonno, sull’alimentazione e sulle procedure di igiene e cura, insofferenza, maggiore attaccamento nei confronti della mamma.
COSA RAPPRESENTA PER I GENITORI
Teniamo presente che nei primissimi anni di vita della/del bambina/o esiste ancora un forte legame quasi simbiotico che unisce madre e bambina/o. Per i genitori, ed in particolare per la madre, questo momento potrebbe coincidere con la prima separazione dalla/dal propria/o bambina/o. Questo è un elemento di cui le educatrici devono tenere conto al momento in cui si avvia il percorso di ambientamento. Considerando il legame della diade madre-bambina/o il momento del distacco potrebbe determinare reazioni molto profonde nella madre più o meno manifeste (pianto, ad es.) e comunque potrebbe risvegliare episodi e circostanze del passato che hanno attinenza con il distacco e/o la separazione.
COME DOVREBBERO REAGIRE I GENITORI nei confronti delle/dei bambine/i
E’ importante avere la consapevolezza che, i comportamenti che le/i bambine/i mettono in atto sono REAZIONI FISIOLOGICHE AL CAMBIAMENTO.
Quindi è importante:
• Ascoltare e legittimare le emozioni dei bambini è molto importante. Provare tristezza, dispiacere, nostalgia, rabbia, paura è del tutto normale e naturale. Tali emozioni, per quanto spiacevoli, devono essere accolte e non negate. Ascoltare e riconoscere le emozioni della/del bambina/o fa sì che lei/lui si senta a sua volta riconosciuto, considerato e quindi degno di essere amata/o.
• Accogliere il pianto del bambino, o qualsiasi altro modo attraverso cui egli comunica il suo stato emotivo, è importante affinché egli possa “digerire” le sue emozioni.
• Ascoltare e accogliere queste reazioni delle/i bambine/i significa anche assecondare quei momenti di maggiore attaccamento, in cui manifestano un bisogno di attenzione e cura, più del solito e che per alcune/i bambine/i più grandi potrebbero rappresentare una “regressione”.
Il sostegno dei genitori in questa prima separazione, la/lo aiuterà ad imparare gradualmente come gestire le varie separazioni che affronterà nella sua vita.
Veniamo ora alle indicazioni pratiche per genitori, che sono legate all’età delle/dei bambine/i, alla propria soggettività ed alle proprie abitudini familiari. E’ importante che alla base di tutto ciò ci sia Il sostegno emotivo e la propria presenza sensibile.
SUGGERIMENTI UTILI PER I GENITORI
1. creare un rituale per l’ingresso al nido/a scuola, come per esempio una routine che si ripete uguale tutti i giorni prima di uscire di casa e/o prima di entrare nella struttura educativa. La RITUALITA’, i RITI, danno sicurezza e stabilità alla/al bambina/o e le/gli permettono pertanto di vivere in serenità questo momento così particolare. Quello che per noi adulti è monotono, sempre uguale e noioso, quasi connotato negativamente, per le/i bambine/i rappresenta un punto fermo a cui fare riferimento per superare le proprie paure. Anche la giornata al nido (come vi è già stato comunicato) è cadenzata da routines, questo è un elemento fondamentale per fornire alle/ai bambine/i quella sicurezza di cui necessitano per affrontare questo passaggio di crescita. Conoscere cosa sta per avvenire, la/lo rassicura e le/gli permette di affrontare con maggiore serenità la giornata al nido. (questo è un suggerimento che sento di darvi anche nella conduzione delle vostre giornate in famiglia). Anche per noi adulti conoscere ciò che sta per avvenire, riduce la paura dell’ignoto e ci rassicura, per le/i bambine/i è la stessa cosa;
2. salutare il bambino comunicandogli chi verrà a prenderlo e cosa si farà insieme al ricongiungimento. Il saluto è molto importante, non dovrà essere né troppo prolungato, né troppo celere, dovrà dare alla/al bambina/o il tempo per poter reagire nel modo per lei/lui più congeniale, per darle/gli la possibilità di elaborare il distacco e poter quindi reagire ad esso;
EVITARE DI ANDARE VIA SENZA SALUTARLO, potrebbe essere vissuto come un tradimento dalla/dal bambina/o;
EVITARE FRASI QUALI: ”Torno tra poco”, oppure, “vado a fare la spesa e torno”, la/il bambina/o, per quanto piccola/o, vivrà i momenti successivi aspettando il vostro ritorno, che non avverrà nell’immediato e per loro quel tempo di attesa sarà eterno. DIRE PIUTTOSTO..: “Sei triste, ti capisco….Anche io vorrei giocare con te invece che andare al lavoro…Ci vedremo più tardi e faremo un bel giro al parchetto“.
3. dire al bambino che, anche se siamo al lavoro, lo penseremo molto. Per i bambini è importante sapere che continuano ad esistere nella mente dei loro genitori anche quando non sono presenti fisicamente. Per lo stesso motivo, al ricongiungimento è utile ribadire al piccolo che lo si è molto pensato, comunicando la gioia di rivedersi;
4. Per le/i bambine/i più grandi, aiutarle/li a gestire meglio il distacco facendo per esempio a casa il gioco del fare finta, utilizzando bambole o pupazzi che vanno “a scuola”, oppure come gioco di ruolo tra genitori e bambino; coinvolgerle/li nella preparazione dello zainetto da portare al nido il giorno dopo;
5. nelle prime fasi di ambientamento, è meglio evitare di impegnare eccessivamente il bambino fuori casa e in attività varie. Se potete trascorrete più tempo possibile con loro, in generale ed in particolare all’uscita dal nido. Evitate di andare a fare la spesa, o di fare delle commissioni, dopo essere venuti a prenderla/lo al nido, loro vogliono stare con voi, così come voi volete stare con loro, ma andare a fare la spesa non soddisfa questo bisogno reciproco, suggerisco di organizzarvi diversamente.
6. Un’altra accortezza è quella di evitare, se possibile, altri cambiamenti significativi nella routine quotidiana per i primi tempi di frequenza al nido/scuola;
7. ricordare che la/il bambina/o comprende quello che i genitori sentono: se si ha fiducia nella struttura educativa e in chi vi opera, anche lei/lui avrà fiducia e ne trarrà vantaggio.
Altre azioni semplici, piccoli rituali od oggetti che, appoggiandosi sul pensiero magico del bambino in questa fascia di età e sul suo bisogno di concretezza, possono aiutarlo a gestire le proprie emozioni possono essere:
• soffiare dei baci nelle tasche del bambino dicendogli che potrà usufruirne quando ne ha bisogno durante la giornata;
oppure
• consegnare al bambino un bigliettino da tenere in tasca con sopra disegnato un cuore o stampato un bacio ed a cui lui potrà ricorrere nei momenti di nostalgia.
“Il Piccolo Principe” Antoine De Saint-Exupery – Bompiani-
Immagine tratta da www.percorsiformativi06.it